Acquisizione dell’immobile “ex Banca delle Marche” : Il Gruppo di Minoranza "Radici al futuro" contesta le cifre

 


Nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale di Camerino si è discusso dell’acquisto dell’immobile sito in via Varino Favorino denominato “ex Banca delle Marche”.

“Sebbene anche il nostro gruppo abbia sempre guardato con attenzione a questa struttura – dice il gruppo consiliare Radici al Futuro capeggiato da Gianluca Pasqui – ancora una volta ci siamo trovati di fronte a una narrazione distorta dei fatti e, soprattutto, delle cifre in gioco. Perché, al di là dei proclami trionfali per i quali viene fatto passare alla città il messaggio che l’acquisizione dell’immobile “ex Banca delle Marche” costi alla casse comunali appena 50mila euro, le cose stanno in maniera ben diversa. E ci corre l’obbligo di fare chiarezza e spiegare nel dettaglio quanto, in realtà, peserà sul bilancio del Comune di Camerino questa operazione immobiliare.

L’edificio sito in via Favorino (oggi inagibile) è attualmente di proprietà della società Dea Capital Real Estate SGR gestrice del Fondo di investimento denominato ‘Fondo Conero’. Il perito incaricato dall’amministrazione comunale della ‘Redazione della perizia di stima per determinare il più probabile valore di mercato dell’Immobile denominato Ex Banca delle Marche‘, ha determinato anche i costi di ristrutturazione dell’immobile al fine di ripristinare l’agibilità persa a causa del sisma e al fine di adeguare lo stabile al superamento delle barriere architettoniche in 2.511.200 euro e quantificato un contributo massimo concedibile erogato a valere sui fondi sisma 2016 per la ricostruzione privata pari ad 1.900.000 euro. A questi ultimi, però, va detratto l’importo assicurativo percepito dal Fondo per danni derivanti da calamità naturali pari ad 657.908 euro. Quindi, il contributo massimo sul quale oggi può contare il Comune di Camerino è pari ad 1.242.092 euro. Inoltre il professionista determina che per la riparazione dell’immobile ci vorranno almeno 5 anni a partire dal 31 dicembre 2021.

Da ciò scaturisce che al Comune l’operazione economica dell’edificio Banca delle Marche non costa i 50mila euro sbandierati sulla stampa, ma minimo un totale di 1.319.108 euro, più gli oneri di legge per ricostruire un edificio con la stessa destinazione dell’attuale (composto dal prezzo di acquisto e dalla differenza tra il contributo e la stima dei lavori eseguita dal perito), mentre la società Dea Capital Real Estate SGR che vende l’immobile a fine operazione avrà incassato un totale di 707.908 euro (composto dal premio assicurativo riscosso più i 50.000 euro versati dal Comune).

In caso di cambio di destinazione d’uso dell’immobile a Valentiniana il costo minimo che dovrà essere reperito all’interno del Bilancio Comunale sarà di circa 2,6 milioni di euro più oneri di legge poiché non si potrà usufruire del contributo per la ricostruzione di edifici privati.

La conferma che l’amministrazione comunale sia totalmente in confusione arriva dal fatto che, durante la discussione del Dup, il vicesindaco e assessore al Bilancio ha ribadito a chiare note che non c’è alcuna intenzione di accendere nuovi mutui. Dove si andranno a prendere, allora, i soldi per rimettere a posto l’immobile? Durante l’ultima seduta del consiglio comunale lo abbiamo chiesto più volte, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta.

La nostra preoccupazione guarda anche a un possibile scenario futuro. Non vorremmo, infatti che nell’approvazione del prossimo piano delle opere pubbliche, per finanziare i costi di ripristino dell’edificio ex Banca Marche, possa venire stralciato il finanziamento di qualche altra opera pubblica del Comune di Camerino o addirittura che possa essere “sacrificata” la ricostruzione di qualche edificio. Ciò oltre a significare un enorme danno economico, comporterebbe una perdita di valore immobiliare molto importante in termine di superficie quale patrimonio del Comune di Camerino.

Come gruppo di minoranza non siamo assolutamente contrari all’acquisto dell’edificio ex Banca Marche e neppure alla possibilità di accendere un mutuo per la sua sistemazione perché, a differenza dell’attuale Amministrazione e in particolare dell’assessore al Bilancio, per noi i mutui sono investimenti per il futuro – come quello fatto per il completamento della scuola Salvo D’Acquisto – e non meri debiti come definiti dall’amministrazione.

Il nostro consenso, però, potrà esserci soltanto nel momento in cui ci sarà un chiaro progetto di sviluppo della Città condiviso e partecipato anche con la minoranza”..